Come può il PNRR aiutare la tua azienda?

Le PMI, (ossia il 92% delle imprese attive in Italia) sono il cuore dell’economia del nostro Paese. Dato il gap di digitalizzazione in cui si trovano, l’Europa ha trovato uno strumento per aiutarle ad innovarsi ed essere più competitive a livello internazionale.
PMI ITALIANE E DIGITALIZZAZIONE
Dal 1999 al 2019 il Pil in Italia è cresciuto del 4,2%, mentre in Francia e Germania è aumentato rispettivamente del 21,2% e 21,3%. In generale, l’efficienza dell’economia è diminuita; tra i motivi c’è la lentezza delle piccole e medie imprese nel cogliere le opportunità di innovazione digitale e tecnologica. Bisogna considerare che in Italia le PMI sono un vero e proprio motore propulsivo, portando in tutto il mondo le eccellenze Made in Italy. Come evidenziato dall’ultimo aggiornamento 2020 dell’indice DESI (indice di digitalizzazione dell’economia e della società), l’Italia è ancora in ritardo in termini di adozione digitale e innovazione tecnologica posizionandosi al 24° posto fra i 27 Stati membri dell’UE.
NEXT GENERATION EU
Per questo in Europa è stato introdotto un programma di dimensioni colossali – il Next Generation EU (750 miliardi di euro) – che comprende due strumenti di sostegno agli Stati membri:
  • Il REACT-EU (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe) è stato concepito in un’ottica di più breve termine (2021-2022) per aiutarli nella fase iniziale di rilancio delle loro economie.
  • Il RRF (Recovery and Resiliece Facility) ha invece una durata di sei anni, dal 2021 al 2026. La sua dimensione totale è pari a 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 miliardi sono sovvenzioni e 360 miliardi prestiti a tassi agevolati. Il dispositivo RRF richiede agli Stati membri di presentare un pacchetto di investimenti e riforme: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR.

PNRR ITALIANO

Il 13 luglio 2021 il PNRR italiano è stato definitivamente approvato dal Consiglio dell’Economia e delle Finanze dell’Unione Europea. Il totale dei fondi previsti sono 191,5 miliardi di euro, di cui 24,9 miliardi arrivati il 13 agosto sottoforma di prestiti e sovvenzioni. Questi fondi servono per rafforzare il Paese sostenendo le imprese italiane nell’essere competitive anche nei mercati interazionali.

Il Piano si compone di 6 missioni:
  1. digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4. istruzione e ricerca;
  5. inclusione e coesione;
  6. salute

Fonte: https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR.pdf

Ogni missione ha vari componenti. Per quanto riguarda la prima missione, il primo componente è “Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo”, che si pone come obiettivo rafforzare la competitività del sistema produttivo rafforzandone il tasso di digitalizzazione, innovazione tecnologica e internazionalizzazione.

Fonte: https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR.pdf

PIANO TRANSIZIONE 4.0 e CREDITO D’IMPOSTA

In particolare il piano Transizione 4.0 comprende interventi di sostegno finanziati a livello nazionale per promuovere la trasformazione digitale delle imprese.

Nella pratica esso consiste in un regime di credito d’imposta e copre le spese di cui chiedere il rimborso nelle dichiarazioni dei redditi relative al periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2023 (30 novembre 2024 nel caso delle imprese per le quali l’anno fiscale non corrisponde all’anno civile).

Prevede inoltre l’istituzione di codici tributo, individuati da una risoluzione dell’Agenzia delle entrate, per consentire ai beneficiari di utilizzare in compensazione il credito d’imposta tramite modello F24.

I crediti d’imposta sostenuti interessano i beni e le attività seguenti:
  • beni strumentali, costituiti da:
    • beni strumentali materiali 4.0 (tecnologicamente avanzati), come macchine di produzione il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti, macchine e sistemi utilizzati per il controllo di prodotti o processi e sistemi interattivi; tutti questi dispositivi devono essere dotati di funzioni digitali, quali l’integrazione automatizzata e l’interfaccia uomo-macchina;
    • beni strumentali immateriali 4.0 come modellazione 3D, sistemi di comunicazione intra-fabbrica, software, sistemi, piattaforme e applicazioni per l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico;
    • beni strumentali immateriali standard, come software per la gestione aziendale. Sono compresi i crediti d’imposta presentati nelle dichiarazioni dei redditi del periodo 1° gennaio 2021 e 31 dicembre 2023 (30 novembre 2024 nel caso delle imprese per le quali l’anno fiscale non corrisponde all’anno civile).
  • attività di ricerca, sviluppo e innovazione che si compongono di attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, innovazione verde e digitale e progettazione. Sono compresi i crediti d’imposta presentati nelle dichiarazioni dei redditi del periodo 1° gennaio 2022 e 31 dicembre 2023 (30 novembre 2024 nel caso delle imprese per le quali l’anno fiscale non corrisponde all’anno civile).
  • attività di formazione svolte per acquisire o consolidare la conoscenza delle tecnologie pertinenti (come l’analisi dei dati e dei big data, l’interfaccia uomo-macchina, l’Internet of Things, l’integrazione digitale dei processi aziendali, la cybersicurezza). Sono compresi i crediti d’imposta presentati nelle dichiarazioni dei redditi del periodo 1° gennaio 2022 e 31 dicembre 2023 (30 novembre 2024 nel caso delle imprese per le quali l’anno fiscale non corrisponde all’anno civile).

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FONTI

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